C’è un’istantanea importante che arriva dal weekend di Serie A. È domenica sera, sono gli ultimi istanti di Milan-Napoli. Chiffi fischia tre volte, i rossoneri si impongono 2-1 dopo tanta sofferenza e l’inferiorità numerica. Fra chi esulta con maggior vigoria c’è Luka Modric.
Il croato si inginocchia e gioisce, gioisce come se avesse appena vinto un trofeo. No, non è un’esagerazione ma la personalità del campione che si manifesta in tutta la sua grandezza: non importa la giornata, neanche il momento dell’anno.
Una partita del genere, se vinta, con tutte le difficoltà e le complessità dei 90 minuti, è qualcosa da celebrare anche per chi ha la bacheca gonfia di Champions e pallone d’Oro.
Il centrocampista croato sta letteralmente dominando il campionato di Serie A. Era arrivato con un bagaglio variegato: certamente il rispetto per un campione enorme, che al calcio ha regalato goal e stagioni memorabili.
Ma anche una carta d’identità pesante, con 40 anni che, per molti, sono già da tempo culmine della propria carriera con pantaloncini e scarpe con i tacchetti.
E Invece Modric gioca e corre con la voglia e le gambe di un ragazzino, come se per lui il tempo fosse un’entità vaga, di relativa importanza. Le prime 5 giornate sono state chiarissime: è il faro assoluto del Milan e, per rendimento, fra i migliori calciatori della A. E sono i numeri a dirlo.
Già, i numeri. Si potrebbe pensare che Modric stia facendo benissimo col pallone fra i piedi. Del resto, Opta non mente: 300 passaggi riusciti testimoniano che la lucidità del campione è intatta, così come la sua voglia di condurre la manovra. Specialmente nella metà campo avversaria: lì i passaggi riusciti sono 169. Entrambi i numeri simboleggiano un primato, a fotografare la supremazia di Luka.
Che, però, non finisce qui.
Perchè Modric sta giocando un avvio di Serie A enorme anche quando non ha il pallone fra i piedi: è il migliore del torneo anche per possessi guadagnati (31), palloni intercettati (10) e Line-Breaking-Passes (46).
Questi numeri dicono tanto sul dinamismo che Modric è ancora in grado di offrire, con una corsa che in pochi avrebbero pronosticato al suo arrivo in Italia.
E invece ecco che il croato, che è anche un evidente leader emotivo per Allegri, è uno di quelli che risultano più importanti anche quando il pallone lo hanno gli altri.
Per certi versi, allora, ecco che Modric è il “nuovo Ibrahimovic”. Nel gennaio del 2020 lo svedese tornò in maglia rossonera a otto anni dall’ultima volta, all’età di 39 anni. L’attaccante fu semplicemente fondamentale per far risalire la china a un Milan reduce da anni complessi: chiuderà il semestre con 11 gol in 20 partite, con un ruolo evidente di guida tecnica ed emotiva. Sarà fondamentale per cementare il gruppo che conquisterà, quasi un anno e mezzo dopo il suo ritorno a Milano, il 19esimo Scudetto.
Per dinamiche, Modric sta facendo la stessa cosa: arrivato al Milan in età avanzata, sta incidendo dentro e fuori dal campo, per qualità tecniche e atteggiamenti che danno l’esempio. Con i tifosi del Milan, pazzi di lui come testimoniato dalle vendite della sua maglia numero 14, che sperano che l’esito sia il medesimo rispetto al ritorno di Ibra.