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Ousmane Dembele è il favorito per il Pallone d'Oro 2025, ma non ha ancora fatto abbastanza per guadagnarsi lo status di fuoriclasse di livello mondiale

GOAL

È appena stata svelata la classifica dei giocatori di livello mondiale di GOAL per il 2025, che vede l'ingresso di sei nuovi membri, tra i quali quattro giocatori del Paris Saint-Germain capace di completare uno storico 'Treble'. Ousmane Dembele non è tra questi, e la sua esclusione sorprenderà senza dubbio molti lettori, magari suscitando anche la rabbia di qualcuno.

Una cosa normale, se si pensa che l'attaccante francese è il chiaro favorito  nella corsa che conduce al Pallone d'Oro: come possiamo dunque non considerare il "miglior giocatore del mondo" di quest'anno un calciatore di livello mondiale? Beh, il diavolo non sta solo nei dettagli della nostra definizione di "livello mondiale" e nelle regole del nostro processo di selezione, ma anche nella dualità di Dembele.

Come tutti sappiamo, due affermazioni apparentemente contraddittorie possono essere vere allo stesso tempo, soprattutto quando si tratta di uno dei personaggi più contraddittori del calcio, ovvero un attaccante fantastico ma a tratti anche frustrante che ha impiegato molto tempo per mettere in mostra tutto il suo reale potenziale e che ha ancora qualcosa da dimostrare...

GLI ANNI "SPRECATI"

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Lionel Messi non ha mai avuto dubbi sul potenziale di Dembele. L'ala era, come sottolineato dall'argentino già nel 2018, "un fenomeno in campo". L'unico problema era il comportamento al di fuori del terreno di gioco.

Già durante la sua stagione di esordio al Borussia Dortmund erano circolate voci preoccupanti legati alla sua indisciplina e, successivamente, i suoi comportamenti al Barcellona erano diventati motivo di preoccupazione quasi costante in Catalogna. Pur tenendo conto del fatto che era ancora giovanissimo quando è arrivato al Blaugrana, Dembele stesso ha ammesso di aver "sprecato" cinque anni della sua carriera in Spagna a causa di una totale mancanza di professionalità.

Era spesso in ritardo alle riunioni della squadra, a causa della sua passione per i videogiochi che lo spingeva a restare sveglio fino alle prime ore del mattino, ed un'alimentazione non propriamente ideale per un atleta professionista ha contribuito a rendere lunga la lista dei suoi continui infortuni. Una fonte ha raccontato a GOAL di aver trovato innumerevoli scatole di cibo da fast food a casa sua, mentre un piatto di pesce preparato dal suo ex chef era stato gettato via.

"È una vita disordinata - ha rivelato Michael Naya in un'intervista a Le Parisien - Non ho mai visto alcolici, ma non rispetta affatto i periodi di riposo. Non c'è alcuna struttura intorno a lui".

Quindi, mentre Messi riteneva che il francese avesse le carte in regola per diventare "uno dei migliori" giocatori del pianeta, era anche chiamato a spiegare in maniera piuttosto eloquente che "tutto dipende" da Dembele.

"NON LAVORAVO SODO COME FACCIO ADESSO"

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Durante i suoi sei anni in Spagna, ci sono stati momenti in cui sembrava che Dembele avesse voltato pagina e che fosse davvero sul punto di ripagare l'investimento iniziale del Barcellona e la fiducia che gli era stata riposta. Durante un buon periodo sotto la guida di Xavi nel settembre 2022, ha insistito sul fatto di aver capito i propri errori.

"Gli infortuni sono arrivati perché, quando ero più giovane, non lavoravo sodo come faccio ora - ha dichiarato a Sport e Mundo Deportivo. - Se vuoi essere un grande giocatore, devi lavorare. Il talento non basta. Prima non lo sapevo, ma ora capisco che è fondamentale impegnarsi al massimo sia dentro che fuori dal campo.

È chiaro che se non lavori non puoi goderti il calcio, non giochi molto e ti infortuni. Ora sono più forte".

"SONO DELUSO"

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Purtroppo, quel periodo particolarmente positivo si è rivelato solo un fuoco di paglia, uno dei tanti. Eppure il Barça ha continuato a credere in lui.

Il presidente del club Joan Laporta ha ripetutamente affermato che "bisogna prendersi cura di questo tipo di geni". "Dembele - ha spiegato in un'intervista con Gerard Romero su Twitch - merita un trattamento speciale" - e così gli sono state date innumerevoli possibilità di rimettersi in carreggiata, diventando di fatto un habitué dell'ultima occasione.

Poi se n'è andato, in circostanze molto aspre, approfittando di una clausola del suo contratto che gli consentiva di partire a fronte di un esborso da soli 50 milioni di euro, metà dei quali sarebbero finiti nelle sue tasche e l'altra metà in quelle del Barcellona.

Naturalmente, i Blaugrana potevano prendersela solo con se stessi per aver accettato in precedenza tali condizioni, ma era difficile non provare simpatia per Xavi, che Dembele lo aveva sempre sostenuto, quando ha ammesso: "Sono un po' deluso da Dembele -  ha confessato l'allenatore nell'estate del 2023 - Ha deciso di andare al PSG. E non possiamo farci niente".

"LA PEGGIOR PARTITA CHE ABBIA MAI VISTO"

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Il Barcellona, però, ha fatto bene a rinunciare ad un giocatore che, seppur pagato qualcosa come 148 milioni di euro, non era mai riuscito a segnare più di otto goal in campionato in una sola stagione.

"Mi piacciono i giocatori bravi, ma preferisco quelli che si impegnano - ha dichiarato Enric Masip, consigliere di Laporta, al quotidiano SPORT - Dembele aveva già dimostrato la sua mancanza di impegno quando non ha rinnovato il contratto. È molto facile baciare lo stemma quando si segna un goal o fare promesse vuote sui social media. È legittimo voler guadagnare di più, ma quando sei impegnato non guardi ai soldi e non dici una cosa un giorno e un'altra il giorno dopo.

Quindi, preferisco giocare con un ragazzo della Masia o con Raphinha, che dà il massimo in ogni allenamento, piuttosto che con qualcuno che ti offre una prestazione da 9 un giorno e il quello dopo da 3".

Le parole di Masip possono essere state dettate dall'amarezza, ma la sua osservazione sulla fastidiosa mancanza di continuità di Dembélé era perfettamente valida e va al cuore dell'esclusione del francese dalla World-Class Club di GOAL, perché solo ora, a 28 anni, sta rendendo con regolarità ai massimi livelli.

Ricordiamo che stiamo parlando del più grande spreco di denaro nella storia del Barcellona (il che è davvero significativo), un attaccante che non ha mai segnato un solo goal in un grande torneo internazionale (nonostante abbia rappresentato la Francia in quattro occasioni). Certo, Dembele è un campione del mondo, ma quella medaglia serve solo a sottolineare la sua dualità, visto che ha giocato solo due minuti durante la fase a eliminazione diretta di Russia 2018 ed ha offerto una prestazione totalmente scadente nella finale in Qatar quattro anni da essere sostituito prima dell'intervallo.

"Deschamps doveva fare qualcosa - ha detto all'epoca l'ex nazionale inglese Stuart Pearce a talkSPORT - Dembele stava giocando la partita peggiore che io abbia mai visto".

L'ESPLOSIONE NEL 2025

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Non è che la prolificità di Dembele sia aumentata immediatamente dopo il suo arrivo a Parigi. Ha segnato solo tre volte durante la stagione 2023-24 della Ligue 1, mentre ha partecipato direttamente a soli tre goal durante la corsa del PSG verso le semifinali di Champions League. È solo quest'anno - e intendiamo proprio quest'anno, non questa stagione - che ha iniziato a giocare con regolarità.

Spesso si dimentica che Dembele, proprio come il PSG, ha trovato il suo ritmo in Champions League solo il 22 gennaio, dopo la cruciale vittoria in rimonta contro il Manchester City. Prima di quella serata non aveva mai segnato ed era stato escluso dalla partita della seconda giornata contro l'Arsenal per motivi disciplinari, prima di essere squalificato per la gara valida per la sesta giornata contro il Red Bull Salisburgo dopo essersi fatto espellere stupidamente contro il Bayern Monaco due settimane prima.

Tutto è cambiato dopo la rimonta contro il City, anche grazie alla decisione di Luis Enrique di schierare Dembele come centravanti, una mossa definita "l'idea del secolo" dall'allenatore del Montpellier Jean-Louis Gasset.

La mossa ha sicuramente dato i suoi frutti, visto Dembele che ha contribuito con otto reti nella corsa che ha portato il PSG a vincere la prima Champions League della sua storia.

Avendo anche collezionato più assist (sei) di qualsiasi altro compagno di squadra durante il trionfale cammino nella massima competizione europea, è facile capire perché Dembele sia dato come favorito per la conquista del Pallone d'Oro 2025, un prestigioso concorso di popolarità quasi sempre vinto dai bomber. 

Tuttavia, così come sarebbe errato definire Dembele il giocatore più importante del PSG (Vitinha e Achraf Hakim, ad esempio, sono molto più fondamentali per il funzionamento della squadra di Luis Enrique), sarebbe anche sbagliato affermare che ha dimostrato di essere un fuoriclasse dopo sei mesi ad alti livelli.

La vera grandezza si misura nell'arco di tempo molto più lungo, come Dembele stesso ben sa.

LA PROVA DEL NOVE

C'è stato un momento molto emozionante poco dopo la vittoria del PSG nel Mondiale per Club contro l'Inter Miami, quando Messi ha regalato a un Dembele felicissimo non solo la sua maglia, ma anche i pantaloncini e gli scarpini che aveva indossato durante la sfida di Atlanta. Il francese ha persino pubblicato sui social media dei post con i quali ha rilevato tutta la sua sua gioia per aver ritrovato il suo ex compagno di squadra al Barcellona, o, come lo ha definito il francese, "il più grande di tutti i tempi".

Anche Messi era chiaramente felice di ritrovare Dembele e deve essere stato emozionato nel vedere come il talentuoso ragazzo che aveva perso la strada al Camp Nou abbia finalmente trovato la felicità al Parc des Princes.

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Dembele ha persino ammesso che, nonostante abbia giocato in squadre "fantastiche" al Barça al fianco del "GOAT", quella di Luis Enrique "è quella che mi piace di più".

La sfida ora, però, per lui è quella di mantenere il fantastico stato di forma mostrato nella prima metà del 2025 e finalmente lasciare il segno sul palcoscenico più importante del calcio mondiale. Negli ultimi sei mesi ha dimostrato di essere un fuoriclasse di livello mondiale, ma permangono legittimi dubbi sulla sua capacità di mantenere questi livelli per un lungo periodo.

Sappiamo che ha il talento per farlo. Ma ha anche la voglia? Come sempre, tutto dipende da Dembele.