Tylel Tati si è affermato come uno dei difensori più emozionanti dell’intero panorama francese, diventando di fatto un intoccabile nel Nantes nonostante le difficoltà della squadra.
Dai trionfi in Premier League di Ibrahima Konaté con il Liverpool, al ruolo da leader assoluto di William Saliba nell’ascesa dell’Arsenal, fino al trasferimento milionario di Leny Yoro al Manchester United: i difensori centrali francesi hanno avuto un impatto enorme nella recente storia del campionato inglese.
Adesso è partita un’altra corsa: quella per assicurarsi il prossimo grande centrale dei Bleus, con i top club d’Europa – non solo inglesi – che hanno messo gli occhi su Tylel Tati.
A inizio agosto il suo nome era praticamente sconosciuto persino in Francia, ma in poche settimane Tati è diventato il difensore giovane più entusiasmante del Paese, dopo aver esordito da titolare con il Nantes – a soli 17 anni – contro il Paris Saint-Germain nella prima giornata di campionato. Da quel momento non si è più fermato: ha iniziato 12 delle successive 13 partite di Ligue 1, diventando immediatamente imprescindibile nella corsa dei gialloverdi per evitare la retrocessione.
Tati è l’ultimo prodotto di un settore giovanile, quello del Nantes, che ha già lanciato talenti del calibro di Marcel Desailly, Lassana Diarra e Randal Kolo Muani. Alto, imponente (1.88 m) e dotato di una forza fisica fuori dal comune per la sua età, abbina una sorprendente qualità tecnica. A tutto questo si aggiunge un fattore che lo rende ancora più prezioso: è un centrale mancino, merce rarissima e molto richiesta nel calcio moderno.
La sua crescita fulminea ha attirato al Stade de la Beaujoire osservatori di mezza Europa. Manchester United, PSG e Bayern Monaco hanno già mandato scout a visionarlo da vicino. Con un’asta pronta a scatenarsi a breve, ecco perché Tylel Tati sta facendo parlare tutta Europa.
Tylel Tati è nato a Champigny-sur-Marne, alla periferia di Parigi, il 17 gennaio 2008, il più giovane di quattro fratelli.
Suo padre, Sambou “Bijou” Tati, è una figura di spicco nella scena calcistica locale della sua città natale, essendo presidente dell’US Roissy-en-Brie da 20 anni. Sambou amava raccontare di aver allenato Paul Pogba, ma oggi ha un legame ancora più diretto con l’ultimo prodigio uscito dal club.
"Come presidente e allenatore, ho visto passare tanti giocatori - ha raccontato a Le Parisien - Oggi, quando penso che si tratta di mio figlio, wow… mi si scalda il cuore".
Prima di unirsi alla squadra del padre, Tati ha affinato le sue qualità nella piazza del paese, sfidando ragazzi più grandi di lui. "Tutti volevano averlo in squadra, e non sorprende se conosci la sua maturità e la sua voglia di vincere", ha aggiunto Sambou Tati.
Tati ha trascorso un periodo nel prestigioso settore giovanile dell’INF Clairefontaine, da cui sono usciti talenti come Nicolas Anelka, Louis Saha, Thierry Henry e Kylian Mbappé.
Durante la permanenza nel centro federale ha sofferto di alcuni problemi all’anca, dovuti a una rapida crescita, ma questo non ha impedito a Nantes di continuare a seguirlo: il club lo monitorava infatti sin dagli 11 anni.
A colpire gli scout dei canarini erano la sua qualità nel passaggio e la sua tecnica, elementi subito notati da Mohamed Sadaoui, osservatore del Nantes, che decise di invitarlo a un torneo giovanile.
Le prestazioni di Tati impressionarono tutto lo staff, tanto che venne convocato per un’amichevole con la squadra. Dopo appena venti minuti di gioco, un membro dello staff disse a Sadaoui che bisognava bloccarlo immediatamente.
Nantes non era però l’unica società interessata: anche il PSG aveva messo gli occhi su Tati. Ma il ragazzo prese una decisione sorprendentemente matura per la sua età: rifiutò il fascino e lo status della potenza dominante della Ligue 1, convinto che il percorso di crescita sarebbe stato più rapido a Nantes. Firmò quindi un contratto da apprendista proprio il giorno del suo tredicesimo compleanno.
Tylel Tati ha iniziato a giocare con l’Under 17 del Nantes quando aveva appena 15 anni, per poi essere promosso nella squadra riserve nella fase finale della stagione 2024-25. Ha contribuito a portare il club fino alla finale del Championnat U19, poi persa 2-1 contro il PSG. La delusione per il titolo sfumato è però durata poco: Tati aveva già impressionato lo staff della prima squadra, che lo ha invitato a svolgere la preparazione estiva con i “grandi”.
Durante il precampionato il giovane centrale si è messo in grande evidenza, tanto da essere inserito nell’XI titolare per la prima gara di Ligue 1 della stagione, in casa contro il PSG. I campioni del Triplete hanno vinto 1-0, ma Tati non ha praticamente sbagliato nulla, meritandosi recensioni entusiaste sia dalla stampa locale che da quella nazionale. L’Équipe ha scritto che il ragazzo “non è mai andato in difficoltà”, sottolineando come sia riuscito a neutralizzare Gonçalo Ramos: l’unica volta in cui l’attaccante portoghese è arrivato davanti a lui lo ha fatto in posizione di fuorigioco.
«Ha giocato una partita molto buona, è calmo, concentrato, e a 17 anni non è affatto male», ha commentato l’allenatore Luis Castro, che non lo ha schierato solo quando il difensore stava recuperando da un piccolo infortunio. Le sue 13 presenze da titolare lo rendono il giocatore Under 18 più utilizzato nei cinque principali campionati europei. La sua esplosione ha creato anche un caso scomodo: il serbo Uros Radakovic, 31 anni, arrivato in estate per dare esperienza al reparto, è stato relegato al ruolo di riserva, collezionando appena quattro presenze, tutte da subentrato.
Nel mese di ottobre Tati ha firmato il suo primo contratto professionistico, legandosi al Nantes fino al 2028, con opzione fino al 2030. Ma è altamente improbabile che resti così a lungo. Manchester United, Arsenal, Bayern Monaco e Barcellona hanno già inviato osservatori per visionarlo da vicino, mentre anche il PSG continua a monitorarne la crescita.
Tati in passato giocava a centrocampo, ed è proprio questo che gli ha permesso di sviluppare un’impressionante varietà di passaggi e una tecnica pulita nella gestione del pallone. È abile nell’impostare dal basso, mentre la sua statura gli garantisce un vantaggio significativo nei duelli fisici e nella protezione della palla. Il fatto che sia naturalmente mancino ne aumenta ulteriormente il valore: può adattarsi a una difesa a tre, può agire da terzino invertito in una linea a quattro o semplicemente da centrale di sinistra tradizionale, con licenza di avanzare e portarsi in zona di centrocampo.
“È maturo e incredibilmente composto di fronte alle difficoltà”, ha dichiarato il direttore del settore giovanile del Nantes, Samuel Fenillat, al quotidiano Ouest-France. “È un giocatore intelligente, con un’eccellente lettura del gioco. È sempre consapevole dei movimenti dei compagni. È un ragazzo che ascolta e che impara in fretta”.
Steephane Ziani, allenatore della squadra riserve del Nantes che ha lavorato con Tati fino alla fine della scorsa stagione, ha aggiunto: “È uno di quei difensori moderni: è alto e abbastanza veloce, ma soprattutto conosce i suoi punti di forza ed è sempre concentrato”.
Tati presenta ancora qualche piccolo problema di disciplina, avendo già rimediato quattro ammonizioni nelle sue 13 partite fin qui disputate, anche se questo può essere spiegato dal fatto che, vista la statura tecnica del Nantes — una delle squadre meno attrezzate della Ligue 1 — sia spesso costretto a commettere falli in situazioni di emergenza.
Secondo il responsabile del settore giovanile Fenillat, Tati “deve diventare più dinamico e agile nei movimenti. Ha ancora bisogno di svilupparsi fisicamente, cosa del tutto normale alla sua età. Questo gli lascia margine di crescita, ed è un segnale positivo”.
È ancora molto presto nella sua carriera, ma Tati dovrà lavorare anche sulla sua pericolosità offensiva sui calci piazzati se vorrà attirare definitivamente l’attenzione dei club inglesi.
L’ascesa di Tati a un’età così precoce richiama alla mente quella di Leny Yoro, diventato titolare nel Lille quando aveva appena 17 anni. Yoro, però, ha avuto una stagione per inserirsi gradualmente nel contesto della prima squadra dei Les Dogues, mentre Tati è stato lanciato immediatamente nella mischia dal Nantes.
Entrambi i difensori possiedono una notevole eleganza palla al piede nonostante la statura, anche se Tati appare fisicamente più strutturato rispetto a Yoro. Il centrale del Manchester United ha potuto beneficiare di un contesto più competitivo: il Lille ha chiuso al quinto posto in Ligue 1 nella sua prima stagione – quando veniva alternato tra campo e panchina – salendo poi al quarto nel campionato successivo, quello in cui ha definitivamente consolidato il proprio ruolo da titolare.
La crescita esponenziale di Yoro ha alimentato una corsa al suo cartellino tra Real Madrid e Manchester United quando era ancora 18enne, con i Red Devils che alla fine hanno accettato le richieste del Lille, versando 52 milioni di sterline. A Manchester ha vissuto alti e bassi: ha impressionato per personalità in fase di impostazione, ma deve ancora lavorare molto per affinare il proprio bagaglio difensivo.
Tati potrebbe trarre insegnamento proprio dalle difficoltà iniziali di Yoro: restare un po’ più a lungo nel club che lo ha formato gli garantirebbe una crescita più graduale, così da arrivare pronto quando arriverà inevitabilmente il momento del grande salto all’estero.
La priorità assoluta per Tati deve essere quella di trascinare il Nantes fuori dalla zona retrocessione, perché nessun giovane con grandi ambizioni vuole essere associato a una retrocessione del club, che non scende in Ligue 1 dal 2013. Allo stesso tempo, però, dovrebbe resistere alla tentazione di un trasferimento già a gennaio, perché in questo momento sta ricevendo ciò di cui un ragazzo della sua età ha più bisogno: continuità, minuti veri e — come sottolinea Ziani — “un allenatore che si fida di lui”.
Sambou Tati ha dichiarato che suo figlio “non ha ancora mostrato tutto il suo potenziale; sta ancora giocando con il freno a mano tirato”. Anche Sadaoui, lo scout che lo scoprì quando aveva 11 anni, immagina per lui un futuro enorme: “Il calcio è imprevedibile, ma secondo me può arrivare davvero, davvero lontano. È un mostro difensivo, e sta finalmente sbocciando.”