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Pogba presentato al Monaco: "Ho sempre amato e amerò sempre la Juventus"

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Le lacrime hanno lasciato spazio ai sorrisi. L'emozione al momento della firma ha lasciato spazio alla consapevolezza di sentirsi di nuovo, a tutti gli effetti, un calciatore. Perché sono proprio questi oggi i sentimenti di Paul Pogba, nuovo giocatore del Monaco.

L'ex centrocampista della Juventus è stato presentato ufficialmente oggi pomeriggio dal club monegasco. Con lui gli altri due colpi da novanta arrivati nel Principato in questi ultimi giorni: Eric Dier e Ansu Fati, ex rispettivamente di Bayern e Barcellona.

Dai momenti difficili trascorsi negli ultimi anni alla chiamata del Monaco, passando per il rapporto con la Juventus: ecco le parole di Pogba, che in biancorosso indosserà la maglia numero 8, nella giornata di presentazione con il Monaco.

"AVEVO UN SACCO DI IMMAGINI IN TESTA"

"Ero molto commosso, è molto raro vedermi piangere così. Avevo un sacco di immagini in testa: doping, infortuni, eccetera. Tutto mi è tornato in mente e non sono riuscito a fermarmi. Ma è stato un momento di gioia, pieno di determinazione.

Ho ricevuto tantissimi messaggi e mi hanno fatto tanto bene. Grazie! Mi sento bene fisicamente, pronto ad affrontare questa grande sfida al Monaco, dove sarò ben supportato e circondato. Sono determinato, voglio tornare e ricominciare a divertirmi in campo. Tornerò al meglio con il tempo e la pazienza".

"L'ANGELO E IL DEMONE IN ME ERANO IN CONFLITTO"

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"Ci sono stati momenti di dubbio, quando l'angelo e il demone nella mia testa erano in conflitto. La mia famiglia, e soprattutto mia moglie, mi hanno incoraggiato, dicendomi che sarei tornato. Ho continuato a concentrarmi sull'obiettivo di firmare per un club e di ritrovare i miei obiettivi.

La prima cosa è stata fatta: firmare con un club. Il resto verrà con l'allenamento che mi permetterà di rimettermi in forma. Mi sento come un ragazzino che ha appena firmato per la prima volta come professionista. Sono molto determinato e piena di ambizione".

LA NAZIONALE

"Ho parlato con Didier Deschamps, gli ho parlato al telefono e mi ha detto: 'Ok, puoi tornare in Nazionale quando vuoi'. No, sto scherzando! Qualsiasi giocatore può tornare in Nazionale, ma ci vuole tempo. Il posto c'è, ma devi guadagnartelo".

"COME UN BAMBINO"

"Quello che mi è mancato, prima di tutto, è stato allenarmi con i miei compagni di squadra. Mi sono sentito molto solo. Mi mancava tantissimo toccare la palla, come un bambino del quartiere che gioca con i suoi amici.

Penso che sia tutto collegato e spero che il peggio sia passato. Quando le cose vanno male, possono esserci problemi ovunque. Il piano era di risolvere tutto e stare bene emotivamente e fisicamente. È importante essere libero come un uccello".

"AVEVO GIÀ DETTO CHE NON ERO MORTO"

"Un anno fa avevo già detto che non ero morto. Il mio sogno è vedere i miei figli festeggiare un gol con una dab. Oggi penso al futuro e non al passato".

"AMERÒ SEMPRE LA JUVENTUS"

"Ho sempre amato e amerò sempre la Juve. Questa società mi ha aiutato a diventare quello che sono oggi. Non c'è nessuna guerra da fare contro nessuno. Ci sono cose che mi piacciono e altre che non mi piacciono. Ma è così. Qualcuno ha continuato a controllarmi, a venirmi a trovare e ad aiutarmi. Lo ha fatto il presidente (Andrea Agnelli, ndr), anche Giorgio (Chiellini, ndr). Anche alcuni compagni di squadra. Altri no".