Massimiliano Allegri ha già vissuto la propria notte amarcord. Domenica 5 ottobre si è preso gli applausi, i cori e tutto l'affetto dei tifosi della Juventus, nonostante oggi sieda su un'altra panchina e alleni una delle rivali storiche dei bianconeri, ovvero il Milan.
Però anche questa sera, in un modo diverso, ci sarà spazio per un po' di amarcord. L'avversario stavolta non fa parte dell'alta classifica: è il Pisa di Alberto Gilardino, neopromossa che fin qui ha faticato parecchio ed è ancora a secco di vittorie.
Perché sarà una notte particolare per Allegri? Perché Max è livornese, vien da pensare immediatamente. E si sa che il campanilismo con i pisani è particolarmente sentito. Ma il discorso non è questo. O meglio: non è solo questo.
Il fatto è che Allegri al Pisa ci ha giocato, anche se non se lo ricordano in moltissimi. Era un altro Max, giovane, brillante, sempre particolare ma in un altro senso. Ed era un altro calcio.
Allegri, con la maglia del Pisa, balla una sola stagione: il 1988/1989. Centrocampista, giovanotto di belle speranze, il club del presidente Romeo Anconetani lo ha pescato nel suo Livorno, ieri come oggi in Serie C (la vecchia C1, per la precisione), inserendolo nella rosa per la A.
Durante il corso di quell'annata Max non gioca mai. Ma alla fine l'allenatore Lamberto Giorgis, che ha preso il posto di Luca Giannini che a sua volta aveva rimpiazzato "Maciste" Bolchi, gli regala il sogno del tanto atteso esordio in Serie A: proprio contro il Milan, ironia della sorte. Ovvero la squadra che oggi allena il livornese. La data è storica: 11 giugno 1989, terzultima giornata di quel campionato.
Il Pisa è già retrocesso e l'anno dopo giocherà in B, risalendo peraltro rapidamente nella massima serie. Mentre Allegri, che entrerà dalla panchina anche all'ultimo turno contro il Pescara collezionando la seconda presenza, dovrà ricominciare da zero: tornerà al Livorno, stavolta in C2.
Il Pisa è retrocesso la settimana precedente, perdendo 1-0 in casa del Cesena. Mentre il Milan ha già abbandonato qualsiasi speranza di riprendersi lo Scudetto, finito già a fine maggio nelle mani dell'Inter dei record. Quella domenica pomeriggio, insomma, c'è spazio anche per giocarsela in maniera più leggera.
Anche in questo contesto si inserisce l'esordio in Serie A di Allegri, che rimane in panchina per 88 minuti prima di essere chiamato da Giorgis: entri tu. A fargli spazio, proprio agli sgoccioli della partita, è Nicola Martini. Max ha appena il tempo di sistemarsi in campo che l'arbitro Beschin fischia tre volte e rimanda tutti negli spogliatoi. Ma intanto una piccola pagina di storia è stata scritta.
Per la cronaca: quella partita finisce 2-0 per il Milan, allenato da quell'Arrigo Sacchi che a distanza di diversi anni qualche screzio concettuale con Allegri ce l'avrà. Poca fantasia nel nome del doppio marcatore: Van Basten e di nuovo Van Basten.
IL TABELLINO DI QUELLA PARTITA
PISA: Grudina, Cavallo, Lucarelli, Faccenda, Elliott, Boccafresca, Bernazzani, Dolcetti, Incocciati, Been, Martini (88' Allegri). All. Giorgis
MILAN: G. Galli, Tassotti, Costacurta (70' Bianchi), Baresi, F. Galli, Colombo, Lantignotti (65' Mussi), Ancelotti, Evani, Van Basten, Mannari. All. Sacchi
Arbitro: Beschin
Marcatori: 33' e 50' Van Basten
Negli scorsi giorni la Gazzetta dello Sport ha intervistato alcuni protagonisti di quel Pisa. Ex compagni di Allegri, che Max lo hanno conosciuto piuttosto a fondo anche se per un solo anno. Come Lamberto Piovanelli, il centravanti di quella squadra. O come l'ex napoletano Beppe Incocciati, o come Mauro Boccafresca.
“Ogni tanto si faceva a gara a chi la sapeva più lunga. La differenza è che noi s’aveva trent’anni e lui poco più di venti. Ma sapeva stare al mondo - ha ricordato Piovanelli - Non stava mai zitto, sapeva farsi rispettare. E in campo era un ‘abatino’. Un dieci puro, vecchio stampo. Ci dispiaceva il fatto che giocasse poco, ma in spogliatoio era una presenza piacevole. Poi con Anconetani eravamo sempre in ritiro e Max era uno di noi. Partite a carte, scherzi e via dicendo".
Secondo Incocciati, Allegri "passava molto tempo anche con Cristallini, pure lui livornese doc. In spogliatoio facevamo tanti scherzi e lui ti rispondeva sempre a tono. Non gli piaceva stare zitto o abbozzare”.
Boccafresca lo ha rammentato infine come "un ventenne molto maturo e consapevole. Non amava correre, ricordo questo, ma non si è mai lamentato. Non giocava e non ha mai fiatato, un bravo ragazzo”.
Anche durante la conferenza stampa della vigilia di Milan-Pisa si è parlato di questo, anche se di passaggio: della sua esperienza sotto la Torre pendente. Esperienza che, nonostante il sangue livornese che continua a scorrergli nelle vene, il tecnico rossonero ricorda sempre con piacere e un pizzico di nostalgia.
"Fu nell'88/89, tra l'altro ho debuttato contro il Milan. Il disegno della vita mi ha riportato qui: ho debuttato contro il Milan e il primo campionato l'ho vinto al Milan. Sono stato fortunato in questo. Ricordo con grande affetto il presidente Romeo Anconetani: si parla di 30-40 anni fa, ma era già un visionario a quel tempo. Sarebbe stato curioso vederlo ora, in questo calcio, con i diritti televisivi e totalmente cambiato. È stata un'esperienza importante per me, da livornese a Pisa. Ho conosciuto persone straordinarie e il piacere di stare un anno con questo grande presidente".
Una ventina di giorni circa dopo Juventus-Milan, insomma, anche l'anticipo di stasera col Pisa smuoverà qualcosa nell'animo di Allegri. Anche se in tono minore rispetto a Torino. E come sempre solo prima della partita: l'unico pensiero, poi, sarà provare a portare momentaneamente i rossoneri a +4 sulle inseguitrici, in attesa di Napoli-Inter di sabato.