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Rabiot nuovo padrone del centrocampo del Milan: ha già conquistato San Siro, ecco perché per Allegri è indispensabile

GOAL

Adrien Rabiot è bastato un solo match per imporsi come punto fermo del nuovo Milan di Massimiliano Allegri

Il francese, arrivato a Milanello appena giovedì e con soli tre allenamenti con la squadra, è stato schierato titolare contro il Bologna e ha giocato novanta minuti da protagonista. 

Ordinato, sicuro e con una personalità già evidente, ha mostrato qualità tecniche e capacità di gestione che spiegano perché Allegri abbia insistito così tanto per averlo. 

images-v3-blt7987efe9970db984-The_Pitch%20Affiliation_1200%20x%20400%20pxN/ADalla fase iniziale di adattamento alla leadership assunta nel secondo tempo, fino all’intesa immediata con compagni come Modric e Pulisic, il centrocampista ha dato segnali concreti di quanto sia già indispensabile.

L’APPROCCIO

Nel primo tempo Rabiot ha scelto di non strafare. Il centrocampista francese ex Juventus, PSG e Marsiglia si è limitato a tocchi semplici ed essenziali, mantenendo sempre la posizione con grande sicurezza e lavorando sulle seconde palle e sui cross. 

Un atteggiamento di inserimento graduale, utile per prendere le misure agli avversari e integrarsi con i nuovi compagni senza forzature.

LA CRESCITA NELLA RIPRESA

Con il calo dei ritmi e l’attenuarsi della marcatura a uomo del Bologna, il francese è salito in cattedra. Insieme a Modric e Pulisic ha gestito il gioco, mettendo in mostra la sua qualità superiore. 

Un episodio ha confermato la sua personalità: sul vantaggio di 1-0, con San Siro pronto a spingere la squadra in una ripartenza veloce, Rabiot ha scelto di fermarsi e rallentare, riportando ordine e dettando i tempi. 

Un gesto che dimostra la capacità di leggere i momenti e prendersi la responsabilità delle scelte.

FISICITÀ E TECNICA

Oltre alla gestione, Rabiot ha messo in mostra anche la sua imponenza atletica. Una sgroppata sulla fascia, chiusa con un passaggio a Modric, ha fatto emergere i 191 centimetri di potenza uniti a buona agilità. 

Da quella giocata è nata l’azione del rigore non concesso per il fallo di Lykogiannis su Gimenez. 

In attesa dei goal, che il francese ha sempre garantito con continuità nelle sue esperienze a PSG, Juventus e Marsiglia, la sua presenza ha dato solidità e ordine a una squadra che in passato ha spesso sbagliato nelle fasi cruciali.

INTESA E PERSONALITÀ

Il feeling con i compagni è apparso immediato. In particolare, l’intesa con Modric ha reso il centrocampo del Milan più fluido e compatto. 

Rabiot ha unito tecnica, fisico e carisma, risultando centrale nel gioco e convincendo sia Allegri sia il pubblico di San Siro. 

L’epiteto scherzoso di “vagabondo” usato dall’allenatore a Milanello e ribadito a DAZN resta confinato all’umorismo livornese: in campo, Rabiot ha dimostrato di essere tutto fuorché distratto o svagato.

ACQUISTO GIÀ DECISIVO

Il Milan ha trovato in Rabiot l’uomo capace di colmare vuoti difficili da riempire. 

Subito titolare, subito determinante, ha mostrato di poter guidare la squadra con personalità e concretezza. 

Dopo soli quattro giorni nel mondo rossonero, è già chiaro perché Allegri lo consideri indispensabile.