L'esonero da commissario tecnico dell'Italia, per Luciano Spalletti, rappresenta una ferita che fatica a rimarginarsi.
L'allenatore di Certaldo, intervenuto ad Arezzo in occasione del Festival del Calcio Italiano per presentare la sua biografia 'Il Paradiso esiste, ma quanta fatica', a margine e durante l'incontro in terra toscana ha toccato inevitabilmente svariati temi.
Tra essi, in primis, il capolinea dell'esperienza azzurra e il caso Acerbi, con replica indiretta a quanto affermato dal difensore dell'Inter nella giornata di martedì.
Nazionale ma anche Napoli, corsa Scudetto e la suggestione Fiorentina, pallino professionale confermato dallo stesso Spalletti.
Ecco cosa ha detto l'ex ct, partendo dal capitolo più recente e complicato da metabolizzare del proprio percorso in panchina.
"Sull'esperienza con l'Italia provo ancora dolore e martellamento acuto nella testa per ciò che è successo e voglio lasciarla scorrere così, senza dimenticarla. Voglio vivere questa sofferenza con tutta la tranquillità possibile".
"Se non fossi stato convinto di fare benissimo non avrei mai allenato la Nazionale, quindi la responsabilità è mia e sono convinto che questi calciatori siano quelli giusti".
"Sono sempre stato dalla parte dei miei calciatori, gli ho sempre voluto e vorrò bene, ma a loro penso di non averglielo fatto arrivare come si deve".
"Complimenti a Gattuso perché è stato bravo, specialmente nella seconda partita dove tatticamente ha fatto bene. Vedi le due punte vicine. L’Italia deve andare al Mondiale, l’ho pensato anche se fossi rimasto in nazionale. Anche se sono stato esonerato il mio pensiero non cambia".
"Acerbi disposto a tornare in Nazionale? Quando ho fatto delle cose al mio fianco c'erano altre persone, se devo prendere decisioni per la Nazionale riguardano il campo".
"L'ho preconvocato e lui - come tutti - può dire vengo o non vengo: io ne chiamavo 45-50, 2-3 per ruolo. Gli ho telefonato 2 giorni prima delle convocazioni, gli ho quasi chiesto scusa perché non convocandolo ho provato a dar forza a giovani in ottica Mondiale per darci qualcosa di nuovo".
"Nelle ultime partite però aveva avuto infortuni e situazioni di campo e aveva dimostrato di essere uno dei più forti del nostro campionato. Per cui l'ho convocato e gli ho chiesto quasi scusa, lui mi ha risposto che era tutto ok e che l'avrei potuto convocare".
"Poi, dopo la finale di Champions, mi ha scritto un messaggio dicendo di non voler venire più, io l'ho richiamato e mi ha detto che non avrebbe partecipato tirando di nuovo fuori la storia di Juan Jesus (il presunto insulto razzista in Inter-Napoli del 2024, ndr) dove avevamo dovuto prendere posizione. Non so cosa possa dire… Io avevo Buffon, Gravina vicini e tutta la FIGC, perché rendevo partecipi tutti".
"A ripartire ripartirò, ma come e quando non lo so, perché cambio idea ogni giorno. Destinazione Firenze? È una realtà calcistica importante che non sta vivendo una situazione felicissima, ma ha un tecnico che è una garanzia e un presidente molto forte che vuol bene alla città. Bisogna aspettare che la squadra si esprima dando qualità ai suoi tifosi. Allenare la Fiorentina? Prima di smettere è una cosa a cui penso...".
"Quello che ho vissuto a Napoli è una cosa impossibile da descrivere, perché non darebbe la giusta dimensione dell'affetto mio verso questi tifosi e viceversa. Indimenticabile".
"De Laurentiis è una persona capace, poi il responsabile anche lì sono io. Mi ha fatto cose che non doveva, con ciò che gli ho dimostrato in termini di disponibilità, partecipazione e affetto non poteva".
"Penso che con Conte ciò gli sia servito, perché probabilmente si è ricreduto. Ma rimane ugualmente una persona molto capace, basti guardare dove ha portato il Napoli e gli allenatori che ha preso".
"Napoli mi manca poco perché ci vado spesso, poi è chiaro che mi sarebbe piaciuto un epilogo differente. Mi godo l'amore e la cittadinanza, perché sono uno scugnizzo anch'io: ora si va a cercare la storia successiva".
"Lì la si vive quando ti alzi dal letto, senti qualcosa di diverso, ti rendi conto che il calcio è speciale. Vincere lo Scudetto è stato possibile anche per l'amore trasmesso da loro, a cui per metterti in pari devi restituire cose sensazionali".
"L'Inter è una squadra da tenere d'occhio. Ha grandissime qualità e Chivu, siccome l'ho allenato e lo conosco bene, diventerà un grande tecnico. Inter e Napoli hanno delle chances in più rispetto a Juventus e Milan, poi sarà il tempo a confermare o smentire la mia idea".