Bandiere, cappellini e magliette. Un’onda rosso Ducati accompagna Pecco Bagnaia sul palco del Teatro Sociale, stipato di tifosi e appassionati, rapiti dal due volte campione del mondo della MotoGP. Federica Masolin lancia l’assist al pubblico che lo introduce: “Pecco, Pecco!”. Il pilota della Ducati sfodera un sorriso solare, di fianco a lui un albero di Natale dove campeggiano i regali per Pecco: “Sempre amato il Natale, in genere partivo dal regalo più piccolo”. Ecco un cronometro. Il tempo che passa. “Ho un approccio diverso in gara rispetto alla vita di tutti i giorni. La ricerca del tempo vuol dire riflessi, accelerare in tutto, vivo la pista così da quando sono bambino. Andare veloce è sempre stata la mia missione nelle corse. Fuori dalle corse sono il contrario: vado molto più lento. Non sono molto affidabile sugli orari… Nelle gare sono molto più rigoroso, quindi fuori me la prendo comoda, tranne quando devo andare in palestra, altrimenti sono flessioni in più”. Secondo regalo, spunta la foto di Marc Marquez. Risate in platea e un invito. “Butta il regalo”. Ma come va tra voi? “All’inizio ero un po’ preoccupato, lui ha sempre detto di mettere i bastoni tra le ruote nel box anche ai compagni. E invece mi ha sorpreso. Viverlo come compagno è stato molto positivo. In Giappone ci siamo ritrovati in un karaoke, a bere il sakè. È stato divertente. Lui è uno dei più forti della storia, negli ultimi anni è stato dominante. Da Marc si può solo imparare”.
Il telecomando (terza scatola) porta il discorso sulle sue passioni: “Mi piace la tv, guardo la Formula 1, sono un fan sfegatato. Hamilton in Ferrari un sogno, speriamo che l’anno prossimo faccia qualcosa di grande. I Bulls di Jordan e la Juve le altre mie passioni”. Poi ecco la voce di Guido Meda con l’iconica “nuvola rossa”, per celebrare uno dei mondiali di Pecco: “Un’emozione incredibile. La stessa voce che ha raccontato i mondiali dei grandi, ha celebrato anche il mio. Spesso lo guardo per darmi la carica”. Poi l’omaggio ai tifosi: “I miei sono fantastici, ammirano anche gli avversari. Non mi piace il tifo calcistico solo per la propria squadra. Nelle moto non è così, chi vince si applaude e vorrei passare più tempo con i miei tifosi. È il mio cruccio”. E Poi la Ducati: “La sogno da quando sono bambino. È la mia famiglia”