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La mano de Dios, storia del gol più famoso di Maradona

La mano de Dios, storia del gol più famoso di MaradonaGetty
La rete di mano più famosa della storia ha un significato che trascende il rettangolo verde: nel 1986, a Città del Messico, è successo molto di più

Un gesto antisportivo per alcuni, un atto eroico per altri. Il gol del momentaneo 1-0 di Diego Armando Maradona contro l'Argentina è il fallo di mano più famoso della storia. O forse no, perché quel giorno l'arbitro tunisino Ali Bin Nasser e il guardalinee bulgaro Bogdan Dotchev non fischiarono alcuna irregolarità.

Quindi è forse più semplice e corretto definire quel gesto come IL GOL più famoso della storia. Che si inserisce all'interno di un momento storico delicatissimo che coinvolgeva proprio argentini e inglesi. Una rete che, tra l'altro, ha preceduto di pochi istanti la magia più famosa di Diego: il gol segnato a partire da centrocampo, saltando tutti gli avversari, per insaccare in rete e aprire la strada alla squadra di Bilardo verso la vittoria del Mondiale.

Il gol di mano di Maradona

Il contesto storico: la rivalità tra Argentina e Inghilterra

Le due nazionali si erano già affrontate nel Mondiale del 1966: la rivalità nasceva da quel match, in cui il capitano sudamericano Antonio Ubaldo Rattin venne espulso al 35' dall'arbitro tedesco Rudolf Kreitlein per linguaggio scurrile. Indelebile l'immagine del giocatore che indica la sua fascia di capitano, il suo diritto a confrontarsi col fischietto. L'Inghilterra, nel '66, grazie anche a quella vittoria, proseguì il suo cammino fino all'unico suo successo Mondiale.

Nel 1986, quando le due nazionali si sfidarono ai quarti di finale allo Stadio Azteca di Città del Messico, oltre alle vicende legate al campo, la tensione era già alta a causa delle conseguenze della Guerra delle Falkland che, 4 anni prima, tra aprile e giugno 1982, aveva visto i due schieramenti militari combattere per il possesso delle isole Falkland, della Georgia del Sud e delle Isole Sandwich Australi. L'Argentina ne uscì devastata, con centinaia di morti e tante conseguenze anche a livello di politica interna. L'Inghilterra, al contrario, vinse il controllo di quei territori.

La mano de Dios: il gol del 22 giugno 1986

Bilardo al Mondiale dell'86 stava allenando una squadra che non sembrava poter arrivare lontano. La sfida con l'Inghilterra coincise con i quarti di finale.

Al minuto 51 Maradona parte dall'esterno sinistro, serie di dribbling, arriva quasi al limite dell'area e cerca l'uno due con Valdano, ma Steve Hodg nel tentativo di bloccare lo scambio alza un campanile in area, a metà strada tra il portiere inglese, Peter Shilton, e Maradona, che sta arrivando ancora lanciato in corsa.

Sono 185 cm, che possono alzarsi al cielo con le mani, contro i 165 di Diego. Quello è il momento di una delle istantanee più famose della storia del calcio: lo stacco a braccio sinistro alzato, vicino alla testa, ad anticipare l'uscita del portiere con un tocco irregolare. Con il pugno che brucia sul tempo lintervento alto del numero uno inglese. La mano de Dios. 

Protestano solo Shilton e qualche difensore. Sembra incredibile, ma arbitro e guardalinee non hanno visto un tocco che sembra palese. Diego, nel frattempo, esulta senza freni. Contro una nazione che ha il fair play nel sangue e che per anni non ha mai necessitato neppure dell'arbitro in campo.

La rete è convalidata. Il gol entra nella storia.

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Le dichiarazioni di Diego

Ci sono due frasi che rappresentano al meglio quello che è stato quel gol per el Diez. Una è quella detta da Diego ai suoi compagni durante l'esultanza, confessata tempo dopo: "Venite ad abbracciarmi o l'arbitro non la convaliderà". Perché quel gesto di furbizia, se così si può chiamare, non poteva limitarsi solo al tocco della palla, ma doveva far parte di una messa in scena completa e totale.

L'altra è la frase da cui quel gol ha preso il nome. L'intervista post gara in cui dichiarò di aver toccato la sfera "un poco con la cabeza de Maradona y otro poco con la mano de Dios". Tradotto, un po' con la testa di Maradona, un po' con la mano di Dio.

Il contesto però è importante. Diego, con quel gol irregolare, sente la vendetta. Si sente colui che ha regalato la gioia ai popoli colonizzati. Ha fatto uno sgarbo immenso a chi ha ucciso centinaia dei suoi connazionali. 

Una rete che sa di libertà.

Il gol del secolo di Maradona

Ma non finisce qui. Perché il destino sa regalare emozioni inimmaginabili nel giro di pochi istanti. Giorgio Martino, telecronista italiano dell'epoca, commentò quel gol in diretta dicendo: "Diego se lo merita, ma qui è stato molto bravo a sfruttare la sua furbizia. Sarebbe un peccato se fosse questo gol a decidere il match". Solo 4 minuti più tardi, come se il 10 argentino avesse sentito, Maradona realizzò quello che nel 2002 sarà poi scelto come il gol più bello del secolo da un sondaggio sul sito internet della FIFA durante i Mondiali del 2002.

Tocco di Enrique (che, ironicamente, dirà che il suo è il miglior assist della storia del calcio) verso il centrocampo, Diego raccoglie la palla e parte. Ne salta uno, due, tre, quattro. Tutti. Arriva davanti al portiere e salta anche lui, poi insacca. DIO SANTO, VIVA EL FUTBOL! GOLAAAAAZOOOO!. La telecronaca argentina di Victor Hugo Morales riecheggia ancora oggi.

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La prova del gol del secolo

Un gol che Diego aveva già testato nel 1980, quando l'Inghilterra invitò l'Argentina, squadra campione del mondo del 1978, a Wembley: per abitudine gli inglesi erano soliti invitare sempre nel Regno Unito i campioni in carica per un match amichevole. Il 13 maggio l'Inghilterra vinse quella sfida 3 a 1. Maradona invece prese le misure. Perché sì, un gol simile a quello stava per realizzarlo proprio in quella partita di poco conto. La palla uscì di un soffio, e leggenda narra che il fratello, al ritorno a casa, gli disse: "Perché non hai saltato il portiere invece di tirare dopo tutti quei dribbling?". Lui rispose: "Lo farò la prossima volta".

Il trionfo al Mondiale '86, quello del popolo argentino

Gli inglesi, all'81esimo, accorciarono le distanze con il gol del 2-1 di Gary Lineker. Inutile, ovviamente. Al triplice fischio gli inglesi salutarono la manifestazione.

L'Argentina vinse poi quel Mondiale in finale contro la Germania, per la festa di un popolo intero. Grazie a due gol iconici. In una sfida speciale. Un qualcosa che è andato oltre la semplice partita di calcio.

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