Chi ha i capelli bianchi si ricorderà il famoso sketch di "Saturday Night Live", lo show comico americano del sabato sera. L'imitazione di coach Mike Ditka e la frase "Da Bears" divennero un tormentone infinito. Erano gli anni d'oro di Chicago, quelli della "46 defense", lo schema creato da Buddy Ryan, quelli del Super Bowl vinto con Refrigerator Perry contro i Patriots al Superdome nel 1986. Quelli di Walter Sweetness Payton. No, questi Bears non sono nemmeno lontani parenti di quella squadra, ma essendo arrivati alla tredicesima giornata sulle 18 in calendario (bye compreso) ed essendo Chicago in testa alla Nfc, è giunta l'ora di prenderli sul serio.
La vittoria in casa di Philadelphia ha legittimato quantomeno la loro superiorità. C'è un problema in questa stagione senza padroni: si continua a sminuire il bilancio di una squadra guardando chi ha battuto. Vero, un conto è un calendario che ti mette di fronte certi team, un altro quello che ti vede sfidare le peggiori. Ma, primo: uno non può far altro che scendere in campo contro chi quello stesso calendario gli ha scelto come avversari. Secondo: ma siamo così sicuri che incida così tanto? Perché a furia di dire, vabbè, ma hanno battuto Titans, Jets, Giants e via dicendo, tanto per citare qualcuna delle peggiori, poi arriva la volta che battono gli Eagles e resti di stucco. Caleb Williams perplime, ma per ora fa quel che basta per vincere. Soprattutto se D'Andre Swift e Kyle Monangai corrono così.
In parte questo discorso è stato usato anche per sminuire la stagione dei Patriots (vero Cam Newton?). E fino a un certo punto poteva anche reggere. Ma ora che sono 11-2 e ne hanno vinte 10 di fila dopo il successo del Monday Night sui Giants, diventa difficile voltarsi dall'altra parte. Soprattutto con questo Drake Maye, a oggi il favorito per il titolo di mvp stando ai bookmaker. Con New York hanno giocato la loro miglior partita stagionale, pur con una linea d'attacco a cui mancavano tackle e guardia di sinistra titolari (Will Campbell e Jared Wilson), oltre a due difensori come Milton Williams e Khyiris Tonga. Ora è arrivato finalmente il tanto atteso bye, durante il quale potranno recuperare qualche acciaccato e preparare al meglio la sfida casalinga con Buffalo che potrebbe regalargli aritmeticamente la corona divisionale. Incredibile come Mike Vrabel li abbia rivoltati come un calzino in pochi mesi.
Li aspettavamo al varco. Non lo hanno passato. Parliamo dei Colts, battuti in casa dai Texans, secondo ko di fila, e risucchiati nel vortice della Afc South, dove i Jags con la vittoria sui Rams sono ora 8-4 come Indy, con Houston 7-5 ma in grande rimonta. Sembrano essere quest'ultimi i favoriti per la division. Il calendario dei Colts è durissimo: due volte Jacksonville, Seattle e Texans fuori, 49ers in casa. E c'è il fattore Daniel Jones: sta giocando con una microfrattura a un perone che inevitabilmente lo rende monodimensionale. Altro bluff chiamato: gli Steelers. Ok, l'infortunio di Aaron Rodgers ha pesato. E' bastato quel quarto con Mason Rudolph in campo a far disastri per rilanciare i Bills, ma sembra sempre più probabile che Mike Tomlin stavolta non chiude la stagione con un bilancio sopra il 50% per la prima volta dopo 18 anni, fermandosi a 3 dal record di Tom Landry e a una da Belichick. Discorso a parte per Chiefs e Ravens. Forse gli si dà maggior credito per il recente passato, ma vederle giocare e pensare che - ammesso ci arrivino - facciano strada nei playoff, è probabilmente un azzardo (su questo ci torniamo in fondo...). Persino peggio i Lions. Aver perso i due coordinatori forse è stato un colpo troppo pesante. Fatto sta che giovedì con Dallas si giocano la stagione. Entrambe peraltro. Un ko potrebbe essere letale. E mettiamoci pure gli Eagles in questo minestrone. Nelle ultime 8 sono 4-4. Più che legittimo nutrire seri dubbi.
Zitti zitti, i Broncos sono a un passo (che compiranno battendo i Raiders domenica) dal tornare testa di serie n.1 nella Afc (sono 10-2, con New England 11-2). Bo Nix, come detto per Caleb Williams, non entusiasma, ma con quella difesa, soprattutto ora che ha recuperato Patrick Surtain, basta non fare errori per vincere. Certo, con Washington hanno rischiato tantissimo, soprattutto tenendo conto che c'era Marcus Mariota e non Jayden Daniels, ma quel che conta è la vittoria. Oltre a Vegas, da qui alla fine giocheranno con Packers e Jags in casa, a KC, per poi chiudere a Denver con i Chargers (Justin Herbert operato alla mano sinistra, non è detto però che salti il Monday Night a Phila). Non un calendario in discesa. I Pats dopo il bye avranno Bills in casa, Ravens e Jets fuori, Dolphins a Foxboro. Leggero vantaggio New England.
Patriots dopo la vittoria nel Monday Night, e Rams, nonostante il ko con i Jags. Un passo falso che ci può stare. Mai come quest'anno è difficilissimo pronosticare chi arriverà in fondo. Ci sono almeno 7-8 squadre che potenzialmente possono giocarsela a Santa Clara l'8 febbraio. E occhio, se per caso i Chiefs faranno i playoff, non siamo così sicuri che escano subito, nonostante tutti gli indizi puntino in quella direzione. Mai dare per morto Patrick Mahomes, anche quando - come ora - ha un piede e mezzo nella fossa. Contraddizione rispetto a quanto detto prima? Forse. Ma Mahomes è Mahomes...