L’ inverno si avvicina e le temperature salgono. È il termometro a cinque cerchi a misurare in questo avvio di stagione la condizione e le ambizioni dei campioni azzurri a meno di due mesi dalla cerimonia d’apertura dei Giochi di Milano Cortina, il 6 febbraio. Tra conferme, sorprese e qualche prestazione che comprensibilmente deve ancora adeguarsi agli standard olimpici, nel primo mese di gare lo stato di salute delle nostre discipline invernali è decisamente buono e in qualche caso addirittura tendente all’eccellenza. La speranza è che nei meno di due mesi che mancano all’Olimpiade, chi è già in forma la mantenga e chi si ritrova un po’ in ritardo colmi in fretta le distanze.
L’approdo delle gare in Europa chiama al riscatto Sofia Goggia, che ritrova finalmente le prove veloci dopo l’infruttuoso avvio in gigante. In attesa di valutare le possibilità di recupero di Federica Brignone, che continua a lavorare anche sulla neve, i primi lampi sono arrivati dagli uomini. Il secondo posto di Alex Vinatzer domenica nel gigante di Beaver Creek, miglior risultato di sempre in carriera (slalom compreso), conferma le enormi potenzialità del gardenese, che chiedono soltanto la cornice della continuità di rendimento anche all’interno della stessa gara. Buoni segnali ha mandato anche Dominik Paris, che sulle infide nevi americane da tempo non si esprimeva ai livelli mostrati nel superG e nella discesa del Colorado, quarto e sesto a una manciata di centesimi dal podio in entrambe le occasioni. Come un diesel di qualità, Domme carburerà giorno dopo giorno fino all’appuntamento olimpico con la “sua” Stelvio, la pista del cuore, dove in Coppa ha già vinto sette volte e dove vorrebbe finalmente sfatare il tabù a cinque cerchi.
La prima tappa di Coppa del Mondo, a Oestersund, ha subito sorriso all’Italia; vittoria di Dorothea Wierer nella 15 km e due secondi posti, con la staffetta mista e la staffetta femminile. L’altoatesina ha iniziato la stagione decisamente galvanizzata dalla prospettiva di chiudere in bellezza la carriera sulla pista di casa, ad Anterselva, confermando le sue doti di stratega e combattente sugli sci. Ma anche Lisa Vittozzi, dopo le ombre degli ultimi due anni, non è lontana dalla brillantezza dei tempi d’oro, mentre tra gli uomini Giacomel ormai viaggia costantemente nei pressi del podio in ogni specialità. Nel biathlon, al momento, non ci sono più dominatori e il campo delle opportunità perciò si allarga, fissando sogni di gloria per tanti.
In questo momento, è la disciplina di punta del nostro movimento invernale: lo dicono a voce squillante i risultati di queste settimane, talmente altisonanti che in alcune specialità si farà fatica a lasciare fuori qualcuno, tanto siamo competitivi. Si pensi alla squadra di gigante parallelo, secondo i tecnici la più forte di sempre dello snowboard azzurro. Nella prima tappa di Coppa del Mondo in Cina, prima Maurizio Bormolini (con March terzo) e poi Mirko Felicetti (con Bormolini terzo a sua volta) hanno vinto i due eventi in programma, mentre Lucia Dalmasso si è imposta nella prima gara femminile battendo in finale la compagna Elisa Caffont. Un dominio che dura da tempo e che proietta riflessi d’oro sull’appuntamento olimpico, mentre nel weekend debuttano Moioli e Visentin nello snowboardcross, altro terreno di caccia.
L’Italia, in questo inizio di stagione, ha vinto almeno una volta in tre specialità diverse. Nello short track, aspettando Arianna Fontana, Pietro Sighel si è imposto nei 1000 nella tappa di Coppa del Mondo a Montreal, distanza nella quale ha già vinto anche la classifica di specialità, mentre è finito secondo nella generale. Il trentino è stato protagonista assoluto di questo spicchio d’anno: in quattro tappe ha ottenuto cinque podi individuali e quattro con la staffetta, sempre terza. Nel pattinaggio di figura, la tappa del Grand Prix di Nagano ha regalato il successo nelle coppie di artistico a Sara Conti e a Niccolò Macii, che poi hanno chiuso secondi nella finale di Nagoya dello scorso weekend. In pista lunga, Andrea Giovannini ha vinto in Coppa a Calgary nella Mass Start, specialità di cui è campione del mondo in carica. A Heerenveen, uno dei luoghi iconici del pattinaggio di velocità, nel weekend scorso è tornato sul podio Davide Ghiotto, secondo nei 10.000 (primo podio stagionale.
Nel fine settimana, a Davos, Federico Pellegrino ritrova finalmente la sprint a tecnica libera e verificherà il gap dallo squadrone norvegese, mentre a Lillehammer il bob a quattro di Baumgartner, terzo a Igls la settimana scorsa, cercherà conferme nel suo percorso di crescita. Intanto si attende il rientro dell’iridata del big air Flora Tabanelli, regina del freestyle, che prosegue la riabilitazione dopo l’infortunio del 7 novembre per regalarsi il miracolo della prima Olimpiade in carriera.