Il Chelsea partiva sfavorito contro il Paris Saint-Germain nella finale della Coppa del Mondo per Club FIFA 2025 e nonostante le dichiarazioni di Reece James, che aveva pronosticato la vittoria, ai Blues serviva qualcosa in più rispetto alle parole audaci per essere incoronati campioni del mondo.
Fortunatamente per il Chelsea, l’allenatore Enzo Maresca ha elaborato un piano preciso per battere i detentori della UEFA Champions League, e la sua squadra, giovane ma piena di talento, lo ha messo in atto alla perfezione nella vittoria per 3-0 al MetLife Stadium di New York, New Jersey.
Naturalmente, un Cole Palmer in grande spolvero è stato un fattore decisivo, ma diamo uno sguardo più da vicino ad altri tre elementi fondamentali del piano tattico di Maresca che hanno permesso ai Blues di sollevare il trofeo.
Ci sono volute organizzazione e concentrazione perché il Chelsea riuscisse a tenere testa e neutralizzare quello che è probabilmente il miglior attacco attualmente in una squadra di club.
Il Chelsea ha adottato un contro-pressing aggressivo in fase di non possesso palla nella metà campo offensiva e si è abbassato in una linea difensiva a cinque quando i parigini avanzavano. I Blues non hanno mai lasciato respiro a Désiré Doué, Ousmane Dembélé e Khvicha Kvaratskhelia, limitando la forza dell’attacco avversario con una difesa compatta, riducendo gli spazi e limitando la consueta velocità esplosiva del PSG sulle fasce.
Doué e Kvaratskhelia non hanno avuto margine di manovra nella trequarti offensiva per creare pericoli. Anche i terzini Achraf Hakimi e Nuno Mendes non sono mai riusciti a esprimere quella presenza pesante sulle fasce che li aveva resi minacce costanti per tutta la durata del torneo.
"L’idea era quella di andare uomo contro uomo, perché se lasci spazio al PSG, ti uccide", ha spiegato Maresca. "Abbiamo cercato quindi di essere molto aggressivi e soffocarli fin dall’inizio".
Neto ha rappresentato l'esempio perfetto per far funzionare la tattica di Maresca, abbassandosi nel ruolo di esterno a tutta fascia a sinistra, mentre il portiere Robert Sánchez è stato monumentale, autore di alcune parate difficili. Ma, soprattutto, è stato un PSG visibilmente frustrato a facilitare il compito dei londinesi, finendo più volte per sbattere contro il muro blu.
A circa 25 minuti dalla fine, Doué ha provato a dribblare tre difensori riuscendo a conquistare un fallo e una punizione, ma quella sequenza fatta di interruzioni e tentativi isolati ha riassunto bene l’assenza di soluzioni da parte del PSG contro un Chelsea che si era preparato in maniera molto intelliggente per disinnescare l’attacco più esplosivo della Coppa del Mondo per Club.
Maresca ha detto che il Chelsea ha vinto la partita nei primi 10 minuti grazie all’intensità del ritmo imposto. Senza dubbio, la capacità dei Blues di recuperare il pallone, mantenerne il possesso e apparire persino a proprio agio sotto il pressing del PSG è stata una sorpresa fin dal fischio d’inizio.
Altrettanto decisiva è stata la capacità del centrocampo del Chelsea di impedire al PSG di esercitare quelle ondate di pressione che avevano travolto Atlético Madrid, Inter Miami e Real Madrid.
Doué ha avuto qualche spunto pericoloso nelle fasi iniziali — in particolare un tiro al 18’ dal limite dell’area respinto dalla mano sinistra di un attento Sánchez — e il pressing dei Blues ha mostrato in qualche occasione alcune fragilità sulla fascia sinistra, ma il Chelsea è riuscito ad affermare la propria supremazia a centrocampo, dove Moisés Caicedo e Reece James hanno imposto la loro fisicità nei confronti dei giocatori del PSG.
Maresca ha furbamente schierato James — capitano della squadra e solitamente terzino destro titolare — al centro del campo, formando con Caicedo una coppia che si è rivelata un ostacolo insormontabile per il PSG.
I due hanno agito alle spalle del pressing di Enzo Fernández e hanno reso la vita difficile a Vitinha, il regista del PSG, costretto spesso a passaggi laterali ogni volta che Caicedo gli si avvicinava in pressione.
Anche Fabián Ruiz e João Neves non sono mai riusciti a trovare ritmo, e Neves ha dimostrato quanto fosse frustrato dalla situazione quando si è fatto espellere all’85’ tirando i capelli a Cucurella.
La mancanza di verticalizzazioni da parte di Vitinha per avviare la manovra offensiva ha tolto incisività all’attacco parigino, e tutto ha avuto origine dalla intensità fisica mostrata da Caicedo e James, che hanno chiuso ogni possibile varco nella zona centrale del campo.
Con il centrocampo intasato e gli spazi ridotti dalle linee alte, la squadra in grado di sfruttare meglio i lanci lunghi avrebbe avuto la possibilità di sfruttare un chiaro vantaggio. Il Chelsea ha colpito con due palloni in profondità che hanno portato a due gol nei minuti iniziali, permettendo ai Blues di prendere il controllo della finale.
L'intenzione offensiva del Chelsea era quella di aggirare con lanci lunghi alle spalle del centrocampo il pressing del PSG. Il primo gol è arrivato al 22’, quando Sánchez ha scodellato un pallone lungo sulla fascia destra per Malo Gusto, che ha approfittato di uno scivolone di Mendes per involarsi indisturbato nell’area parigina e servire a Palmer un assist perfetto per l’1-0, finalizzato con freddezza.
Il raddoppio del Chelsea è nato da un lungo lancio di Levi Colwill sulla fascia destra. Il centrale ha calibrato alla perfezione il pallone per Palmer in corsa, che ha proseguito l’azione entrando in area e ha mandato fuori tempo Vitinha e il difensore centrale Lucas Beraldo con una serie di finte prima di battere nuovamente Gianluigi Donnarumma, portando il risultato sul 2-0 al 30’.
La solidità difensiva dei Blues ha gettato le fondamenta di un trionfo memorabile nei prati del New Jersey, ma sono stati gli inserimenti ben cronometrati alle spalle della difesa del PSG a permettere al Chelsea di punire duramente la squadra di Luis Enrique, in un duello tra pressing alti e linee difensive aggressive. Un titolo mondiale meritato, per aver superato sul campo quella che molti consideravano la miglior squadra di club al mondo.