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Saúl Ñíguez al Flamengo: una nuova avventura per cercare la forma di un tempo

FIFA
  • Saul è passato al Flamengo dopo aver trascorso la stagione 2024/25 in prestito al Siviglia.
  • La squadra brasiliana è a caccia del titolo della Copa Libertadores 2025.
  • Ritrovare la forma migliore del centrocampista spagnolo potrebbe essere la chiave per la corsa al titolo in Sudamerica.

Il talento di Saúl Ñíguez non ha età. Il centrocampista ha preso una strada inaspettata, trasferendosi al Flamengo dopo il percorso della squadra fino agli ottavi di finale della Coppa del Mondo per Club FIFA 2025. Con l'arrivo di Jorginho e tanti ex Serie A come Pulgar, Danilo e Alex Sandro, è pronto a mettersi in discussione per vincere trofei con il suo nuovo club. Ma non solo: spera anche di poter rivivere le stesse emozioni degli anni della nazionale spagnola nel 2018.

Quell’anno, infatti, fu convocato nella nazionale spagnola in vista del Mondiale FIFA in Russia, ma non scese mai in campo durante il torneo – un’occasione mancata che gli ha negato la realizzazione di un sogno che coltivava fin da bambino.

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Il centrocampista, cresciuto nelle giovanili del Real Madrid prima di un trasferimento-derby all’Atlético Madrid, ha ammesso di aver provato sentimenti contrastanti dopo quel Mondiale. Per mesi si è chiesto perché non fosse mai stato scelto per scendere in campo, nonostante l’orgoglio per la convocazione sia per il torneo in Russia che per la successiva UEFA Nations League.

Durante una conferenza stampa tenuta pochi mesi dopo il Mondiale del 2018, con Luis Enrique appena subentrato a Fernando Hierro come commissario tecnico, Saúl spiegò di essere consapevole di non essere un elemento centrale per la nazionale, nonostante le parole del nuovo CT che lo definiva importante per il gruppo. “La Nazionale non dipende da me, ma tutto ciò che faccio è per il bene della squadra”, disse.

Pochi giorni dopo, visse una sorta di “redenzione” personale che guarì almeno in parte la delusione. L’11 settembre 2018, Saúl partì titolare nella gara di UEFA Nations League contro la Croazia, finalista del Mondiale di quell’anno. E come a voler chiudere un cerchio, il match si disputò proprio nella sua città natale, Elche.

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Fu proprio Saúl, dopo 24 minuti, a sbloccare la partita con un colpo di testa, dando il via a quella che sarebbe diventata una storica vittoria per la Spagna per 6-0. Per capire la portata di quel risultato, basti pensare che si trattò solo della seconda sconfitta della Croazia in una striscia di dieci partite – l’altra era arrivata nella finale del Mondiale contro la Francia – e resta tutt’oggi la sconfitta più pesante mai subita dalla nazionale croata in una competizione ufficiale.

Il centrocampista spagnolo fu ribattezzato dalla stampa “Il Cavaliere di Elche”, non solo per il gol, ma anche per l’impatto che ebbe sulla gara con la sua visione di gioco, la precisione nei passaggi e la capacità di spezzare il pressing croato. Per quanto possa aver apprezzato gli elogi ricevuti dai giornalisti dopo la partita, ciò che commosse di più Saúl fu la standing ovation del pubblico di Elche al momento della sua uscita dal campo nel secondo tempo.

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"Ho avuto la fortuna di giocare allo stadio Martínez Valero [a Elche, la sua città natale] e di segnare", ha dichiarato Saúl dopo la partita. "È stata un’emozione speciale. Credo sia stata la sensazione più bella che abbia mai provato in vita mia. È stato un percorso lungo per arrivare fin qui, e per me significa tantissimo. Mantenere l’umiltà non è negoziabile."

Ora che una nuova avventura lo attende al Flamengo, chi può dire cosa riserverà il futuro a questo centrocampista così duttile? Il Mengão è ancora in corsa per la CONMEBOL Copa Libertadores – la squadra che alzerà il trofeo conquisterà anche un posto alla Coppa Intercontinentale FIFA 2025 e alla Coppa del Mondo per Club FIFA 2029. E chissà che proprio il ragazzo di Elche non sia l’uomo giusto per portarli fin lì.

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