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La Juventus perde a Como, Tudor a rischio esonero: dal faccia a faccia con Comolli al confronto con Thiago Motta, decisive le partite con Real Madrid e Lazio

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La Juventus vive uno dei momenti più difficili della stagione. La sconfitta di Como ha acuito le tensioni interne e messo in discussione la posizione di Igor Tudor

Sei partite senza vittorie, un solo goal segnato nelle ultime tre gare e una squadra senza fisionomia stanno spingendo la dirigenza bianconera a riflettere sul futuro tecnico. 

Il direttore generale Damien Comolli ha avuto un confronto diretto con l’allenatore croato, il cui rapporto con il club si è raffreddato dopo il K.O. del Sinigaglia. 

Le prossime sfide contro il Real Madrid in Champions League e contro la Lazio all’Olimpico saranno decisive per il destino di Tudor, mentre sullo sfondo tornano a circolare i nomi di possibili sostituti come Spalletti, Mancini, Palladino e persino Thiago Motta.

IL CROLLO E LA CRISI DI RISULTATI

La Juve ha interrotto la serie di pareggi con la prima sconfitta stagionale, cadendo 2-0 sul campo del Como e scivolando al sesto posto in classifica, agganciata proprio dalla squadra di Fabregas.

I bianconeri non perdevano in campionato da aprile e non vincono dal 13 settembre, quando superarono l’Inter 4-3. A preoccupare non è solo la classifica - un punto in meno rispetto alla Juventus di Thiago Motta dopo sette giornate - ma la totale assenza di gioco e identità. 

Nel primo tempo la squadra non ha mai trovato la porta, mostrando scarsa profondità e mancanza di lucidità sotto porta. Tudor ha provato a cambiare inserendo Vlahovic e passando a un 4-4-2 più offensivo, ma il Como ha colpito in contropiede chiudendo la partita.

Il tecnico ha difeso la scelta tattica, spiegando che “in Italia quasi nessuno gioca con due centravanti e due ali”, ma ha ammesso che la squadra è stata punita dalla propria ingenuità. 

Ancora una volta, la Juve ha subito gol su palla inattiva, un difetto già emerso in Champions League contro il Villarreal. Tudor ha parlato di “mancanza di carattere ed esperienza” e promesso di discutere il problema con il gruppo.

SENZA IDENTITÀ E DUBBI SUL MERCATO

La Juventus si trova intrappolata in un paradosso tecnico e finanziario. Dopo sette giornate di campionato e due in Champions, la squadra non ha ancora una fisionomia chiara. 

Tudor ha cambiato spesso uomini e moduli, senza però trovare equilibrio. I numeri lo condannano: sette goal subiti e una sola vittoria nelle ultime sei gare

Le difficoltà tattiche si intrecciano con un mercato estivo deludente. Openda è rimasto ai margini, Zhegrova non ha trovato spazio, Vlahovic non è stato ceduto; David, alternato tra fiducia e panchina, è apparso smarrito.

La difesa ha mostrato voragini: l’assenza di Bremer pesa, Rugani e Gatti non riescono a garantire solidità.

CHAMPIONS OBIETTIVO MINIMO

La gestione delle risorse è al centro del malcontento societario, oltre alla questione piazzamento finale per una questione tecnica ed economica. 

La mancata definizione della rosa e la difficoltà nel rientrare nei paletti UEFA impongono di non fallire l’obiettivo minimo della qualificazione Champions. 

Il rischio, in caso contrario, sarebbe un’altra stagione in salita e una riflessione più ampia sull’intero progetto tecnico.

CONFRONTO TUDOR-COMOLLI

Secondo quanto riportato da Tuttosport, la tensione è salita anche all’interno della Continassa. Nei giorni precedenti alla sfida con il Como, Tudor e il direttore generale Damien Comolli hanno avuto un faccia a faccia. 

Sul tavolo, questioni tattiche e la gestione del gruppo. Comolli ha chiesto chiarimenti sulle intenzioni dell’allenatore e ha suggerito un ritorno stabile alla difesa a quattro, considerata più adatta alla rosa. 

Tudor, tuttavia, ha risposto in modo fermo, difendendo la propria idea di calcio e rivendicando la libertà nelle scelte tecniche.

La discussione, definita “fredda ma franca” dal quotidiano torinese, ha lasciato strascichi. Il cambio di modulo avvenuto a Como è sembrato una risposta diretta alle pressioni dirigenziali, ma l’esito negativo ha irrigidito ulteriormente i rapporti. 

Comolli e lo staff tecnico, pur mantenendo una linea ufficiale di sostegno all’allenatore, hanno iniziato a valutare alternative.

I NOMI PER IL DOPO-TUDOR E I COSTI

La posizione di Tudor è oggi più fragile che mai. Il croato ha firmato un contratto fino al 2027 con opzione per il 2028, dal valore lordo di circa 8 milioni di euro

Un eventuale esonero peserebbe sul bilancio, motivo per cui la dirigenza preferisce attendere le prossime partite prima di prendere una decisione. 

Ma la Juventus di Thiago Motta dello scorso anno - ancora sotto contratto fino al 2027 - aveva mostrato un rendimento nettamente migliore, e il paragone interno è inevitabile.

La dirigenza si aspetta una reazione immediata nelle sfide contro Real Madrid e Lazio, considerate decisive per il futuro del tecnico. Sullo sfondo restano i nomi di Spalletti e Mancini, opzioni di grande esperienza ma costose, oltre a giovani emergenti come Palladino, che troverebbe in Modesto un alleato in società. 

Tuttosport cita anche le piste straniere vicine a Comolli, come Marco Rose ed Edin Terzic, ma sottolinea che al momento la società propende ancora per la continuità.

CRISI E SPOGLIATOIO

Il clima nello spogliatoio rispecchia la tensione del momento. Tudor è apparso sconsolato e isolato dopo la sconfitta di Como, mentre i giocatori sembrano smarriti. Manuel Locatelli, capitano e leader del gruppo, ha sintetizzato il sentimento comune: “Se non vinci, non conta niente, con questa maglia va così”. 

Le parole del centrocampista e la freddezza dell’allenatore in conferenza stampa lasciano trasparire un ambiente provato.

Nel mese cruciale che attende i bianconeri - Real Madrid, Lazio, Udinese, Sporting, Cremonese e derby con il Torino - la Juventus dovrà non solo ritrovare risultati, ma anche la propria identità. 

L’impressione è che il tempo a disposizione di Tudor sia ormai ridotto al minimo: serve una reazione immediata.