Quiz al volo: chi è il miglior marcatore del 2025 in Serie A? Uno pensa a Lautaro Martinez, a Mateo Retegui anche se oggi gioca altrove, a Marcus Thuram. Ai centravanti, insomma. E invece tutte le risposte sono sbagliate.
Il miglior marcatore del 2025 è nientemeno che Riccardo Orsolini. Che di mestiere fa l'esterno, ma che da un po' di tempo sta segnando come se fosse un attaccante nato. E di certo ha la stessa fiducia realizzativa di un attaccante, per la gioia di un Bologna che per il terzo anno consecutivo si è piazzato nelle zone nobili della classifica, quelle con vista sull'Europa.
Orsolini è andato a segno anche a Cagliari nel pomeriggio: proprio lui ha chiuso definitivamente i discorsi, aperti nel primo tempo da una zampata ravvicinata di Holm, con un sinistro dei suoi da fuori area. Uno dei tanti che "Orso" ha prodotto in un anno in cui, a furia di bussare, gli si è aperta qualsiasi porta.
Come rivelato da Opta, Orsolini non è soltanto il miglior marcatore dell'attuale edizione della Serie A davanti al milanista Pulisic, che questa sera non giocherà il posticipo contro la Fiorentina a causa di un infortunio: è anche il miglior marcatore del campionato nell'anno solare 2025.
Da gennaio a oggi, l'ex esterno di Ascoli e Atalanta è andato a segno la bellezza di 14 volte: 9 nella seconda parte della scorsa stagione, più le 5 del 2025/2026. Mai aveva collezionato così tante marcature in un singolo anno solare.
Impossibile, in un simile contesto, ignorare Orsolini in chiave Nazionale. Luciano Spalletti ci ha provato per un po', lo ha escluso da una serie infinita di convocazioni, ma a un certo punto è stato costretto ad arrendersi all'evidenza.
"Orso" è così tornato a indossare la maglia azzurra a giugno, anche se in un'occasione da dimenticare: lo 0-3 in Norvegia che di fatto ha compromesso il cammino nel girone di Qualificazione ai Mondiali. Quindi un tempo contro la Moldavia, all'ultima di Spalletti, ed ecco arrivare Rino Gattuso. Nuova concezione di gioco, moduli variabili, più spazio agli esterni offensivi. E anche al giocatore del Bologna.
Orsolini è reduce dai 90 minuti trascorsi in panchina contro Israele, gara in cui Gattuso ha rispolverato il 3-5-2, ma in Estonia aveva fornito a Retegui l'assist dello 0-2. E in generale aveva confermato di meritarsi la chiamata, che inevitabilmente arriverà anche per le due gare conclusive di novembre, di nuovo contro Moldavia e Norvegia.
Orsolini, intanto, è sempre più l'uomo simbolo di un Bologna nuovamente ambizioso nonostante una primissima parte di campionato traballante. Fin qui ha giocato quasi tutte le partite dall'inizio, che si trattasse di campionato o Europa League, dimostrandosi fondamentale per le sorti dei felsinei.
Solo in due occasioni Italiano lo ha lasciato inizialmente in panchina: contro l'Aston Villa e proprio oggi, a Cagliari. Una scelta di pura gestione, evidentemente, considerato come Orsolini fosse reduce dalle fatiche azzurre durante la sosta.
Il tecnico bolognese ha quindi inserito il proprio gioiello nel finale di gara, a mezz'ora dal 90', e il risultato è stato quasi immediato: che bello quel sinistro da fuori a superare il pur bravo Caprile. Una gemma che gli è valsa il primo posto nella classifica dei cannonieri della Serie A.
Il rapporto tra Orsolini e Italiano continua a essere lo stesso di sempre: forte, sanguigno, diretto. In un'intervista di diverso tempo fa alla Gazzetta dello Sport, l'esterno aveva ricondotto i propri miglioramenti in zona goal anche all'arrivo in panchina dell'ex allenatore della Fiorentina, determinante nell'aiutarlo nel salto di qualità.
"Ormai è arrivato a scollinare dal punto di vista della mentalità - ha detto di lui Italiano in conferenza stampa dopo Cagliari-Bologna - questi sono numeri importanti per un esterno. Quest'anno sta ulteriormente crescendo anche in Nazionale: oggi vederlo entrare da subentrato in questo modo mi dà una grande soddisfazione".
Il simbolo della chimica tra Orsolini e Italiano è anche nell'esultanza dopo lo 0-2: Riccardo è corso verso la panchina per esultare con le riserve ma anche col proprio allenatore, ed è stata un'esultanza rude, tra strattonate reciproche e sguardi tra il gioioso e il truce da una parte e dall'altra. Più gioioso, in realtà, per un momento che sembra non voler finire mai.