“Sincaraz” è uno spettacolo che fa parlare di sé anche quando non va in scena (“Colpiscono la palla con più velocità dei Big 3”, dice Ruud; “Dobbiamo alzare il nostro livello per competere con loro”, aggiunge De Minaur, solo per restare alle dichiarazioni degli ultimi giorni). “Sincaraz” è un’azienda che fa incetta di trofei e calamita l’attenzione di pubblico e sponsor. Nel 2025 Jannik Sinner e Carlos Alcaraz hanno messo insieme un fatturato di circa 130 milioni di euro: i due ragazzi terribili del tennis post Big Three sono una miniera d’oro. Non c’è direttore di torneo che non sogni di averli entrambi in tabellone e di ritrovarli uno contro l’altro in finale. “Sono una benedizione per il nostro sport”, ci ha detto a Bologna Feliciano Lopez, direttore della Davis, che dopo l’assenza di quest’anno li immagina già in cartellone nel 2026.
La Gazzetta ha calcolato i ricavi dei primi due giocatori del mondo nell’ultima stagione, prendendo in esame tutte le entrate: i prize money ufficiali e gli altri premi elargiti dall’Atp, le stime sugli ingaggi extra nei tornei, sui contratti di sponsorizzazione e sulle esibizioni. Partiamo dai dati pubblici. Nel 2025 l’italiano e lo spagnolo hanno percepito quasi lo stesso ammontare di prize money (i premi dei singoli tornei): 19,1 milioni di dollari per Sinner (17,1 milioni di euro con il cambio medio annuale); 18,8 per Alcaraz (16,8). Questi importi, ricordiamo, sono tassati alla fonte nel Paese in cui vengono generati, con un’aliquota media del 30%. Jannik ha incassato una quota maggiore di profit-sharing, ossia la parte degli utili che l’Atp distribuisce ai giocatori in base al meccanismo 50-50 con gli organizzatori dei Masters 1000: 3,3 milioni di dollari (3 milioni di euro) contro i 600mila (500mila euro) di Carlos. La differenza è dovuta al fatto che il profit-sharing si riferisce ai risultati dell’anno precedente. Zero guadagni invece per Sinner dal bonus pool, cioè i premi aggiuntivi che l’Atp assegna in base ai punti conquistati nei tornei 1000 e 500 della stagione in corso: da classifica, avrebbe dovuto ricevere 2,5 milioni di dollari, ma - a causa dello stop per il caso Clostebol - non ha disputato il numero minimo di eventi. Alcaraz, pur subendo una decurtazione del 75% per aver saltato tre Masters, porta a casa 2,4 milioni di dollari (compresa la quota relativa ai tornei 500), pari a 2 milioni di euro. Prima di chiudere la sezione dedicata al circuito Atp, va considerato che i tornei 500 e 250, secondo le regole del tour, possono offrire ai giocatori delle “promotional fee”, cioè gettoni di presenza giustificati dal loro richiamo commerciale. I Big Two viaggiano ormai su ingaggi attorno al milione di euro. Per Alcaraz, che ha partecipato a cinque tornei 500, abbiamo valutato un introito di 5 milioni; per Sinner (tre tornei) 3 milioni.
L’asset più strategico, però, è rappresentato dallo sfruttamento dei diritti d’immagine: sponsorship, merchandising, esibizioni. I tennisti di vertice incassano più da questo che dai premi dei tornei. Lo stesso vale per i due campioni. ChainOn, digital marketplace delle sponsorizzazioni, ha stimato per Gazzetta i seguenti introiti annui fissi dalle partnership: 34 milioni di euro per Sinner e 32 per Alcaraz. Considerando un incremento del 10% tra bonus e royalties, nel 2025 si arriva rispettivamente a 37 e 35 milioni. Se Nike, lo sponsor principale comune a entrambi, riconosce un compenso maggiore ad Alcaraz, che ha rinnovato due anni dopo Sinner (18 milioni contro 15), il portafoglio dell’azzurro è comunque più nutrito. Jannik vanta 14 collaborazioni, quattro in più di Carlos, e da tempo commercializza il proprio logo personale, la volpe stilizzata che appare su cappellini e prodotti di cartotecnica. Lo spagnolo ha annunciato che lancerà il suo marchio “il prima possibile”. Ultimo capitolo: le esibizioni. La più remunerativa, il Six Kings Slam, è stata vinta dall’altoatesino, che ha intascato un assegno da 6 milioni di dollari (5,5 milioni di euro). Il murciano, però, ne ha giocate di più nel corso dell’anno: oltre a Riad, la Laver Cup, la Battle of Legends di Porto Rico e, negli ultimi giorni, gli incontri con Tiafoe e Fonseca negli Stati Uniti, per un totale stimato di 4,5 milioni di euro. Il conteggio di tutte le voci porta a 66 milioni per Sinner e 64 per Alcaraz. Un’azienda, appunto, da circa 130 milioni. E lo spettacolo presto rialzerà il sipario: appuntamento il 10 gennaio a Seul. Guarda caso, per un’esibizione.