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Vanoli confermato dalla Fiorentina, ma sull'ultimo posto c'è anche la sua firma: lacune tattiche e niente scossa

GOAL

L'arrivo di Paolo Vanoli al posto di Pioli non ha risollevato la Fiorentina, sempre più ultima e in caduta libera: sul tecnico gravano l'assenza di gioco e difficoltà nel gestire i momenti.

Il 5-1 rifilato all'Udinese sembrava poter svoltare l'annata horror della Fiorentina, invece il ko di Parma ha fatto ripiombare i viola nel baratro.

Incubo retrocessione che col passar delle giornate assume contorni sempre più concreti, tifosi (giustamente) in contestazione, piattume di gioco e motivazionale che provoca un rumore enorme e rappresenta una spia ormai fissa.

Sul banco degli imputati anche Paolo Vanoli, chiamato a soccorrere un paziente in carenza d'ossigeno a causa di una classifica che la vede relegata all'ultimo posto e staccata dalla zona salvezza: colui che doveva garantire una scossa, ad oggi, ha fallito.

NIENTE SCOSSA

A dover fungere da traino verso una risalita che non c'è mai stata, in primis, era una scossa psicologica.

Squadra impaurita, certezze smarrite, poco serena dal punto di vista emotivo: tutti bug da correggere e che invece, dall'avvento al timone dell'ex terzino al posto dell'esonerato Pioli, paradossalmente si sono acuiti.

ZERO GIOCO

A contribuire a rendere ricolmo il vaso, inoltre, ci si mette l'aspetto tattico: il 3-5-2 su cui Vanoli ha insistito e perserverato nonostante sconfitte su sconfitte non ha dato frutti, mentre il 4-3-3 sperimentato contro l'Udinese (con Gudmundsson confinato a sinistra e lontano dall'area) pareva aver riacceso l'interruttore anche dal punto di vista del gioco. Al Tardini, invece, al netto delle occasioni create l'encefalogramma viola - in termini di modulo e proposte - è tornato piatto.

VANOLI CONFERMATO, MA...

Così come avvenuto dopo il tonfo interno col Verona, la società ha rinnovato la fiducia a Vanoli: a prolungargli il soggiorno a Firenze era stata la vittoria di domenica scorsa (ottenuta in 11 contro 10 per quasi tutto il match), mentre adesso la panchina gli viene resa ancora stabile nonostante Kean e soci abbiano toppato l'ennesimo crocevia salvezza.

ASPETTANDO GENNAIO E PARATICI

Al giro di boa manca pochissimo, così come all'arrivo di Fabio Paratici: il prossimo dirigente voluto da Commisso avrà il difficilissimo compito di rimettere in ordine i pezzi di un puzzle sconvolto da mesi disastrosi, a cui urge provare a mettere una pezza con un mercato di gennaio all'altezza. Sia per quanto riguarda i nomi da acquistare, che nelle scelte relative a chi lasciar partire perché svuotato in quanto a stimoli e dedizione alla causa.

E chissà, col ribaltone invernale, se il futuro di Vanoli sarà ancora gigliato.