La crescita della sua Aprilia nel Mondiale MotoGP 2025, 4 vittorie, seconda nei Costruttori e terza con Marco Bezzecchi nei piloti, lo inorgoglisce e Massimo Rivola, amministratore delegato del Racing di Noale non lo nasconde. "Sono contento, siamo a buon punto con i programmi: l’infortunio di Jorge Martin ci ha fatto partire a handicap, ma Bez, sulla cui velocità non dubitavamo, ci ha sorpresi per la capacità di fare squadra. La crescita di Aprilia passa dai tecnici di Noale, ma c’è molto anche del suo sviluppo".
Manca il gradino finale, il più duro: si può parlare di titolo?
"Nel 2026 non ci dobbiamo nascondere, fa bene alla crescita dell’azienda: si deve puntare a giocarci la vittoria in ogni GP: sappiamo che se lavoriamo al massimo ce la giochiamo".
Si può insidiare la Ducati: con loro c’è rivalità o anche conflittualità sotto il tricolore?
"Il nostro crescendo finale è, ahimé, coinciso con l’assenza di Marc Marquez, ma nelle ultime gare siamo stati veloci: batterlo è la grande sfida, speriamo di essere noi quelli che vanno a prenderlo. La rivalità con Ducati è bella, è il sale della nostra crescita: loro dominano da anni ed essere loro rivali deve darci credito: è un orgoglio che l’Italia, fra noi e loro, sia un riferimento".
Contano più i cervelli o il budget?
"I cervelli. A Noale abbiamo una storia che pochi vantano e godiamo del pieno supporto dal gruppo Piaggio: non siamo la Honda, ma fare efficienza ti porta ad essere più efficace. Dobbiamo usare inventiva per guardare la moto da punti di vista da cui gli altri non l’hanno provata a osservare".
Se perdeste alcune concessioni, esultereste come ha fatto la Honda?
"Ci cambia nulla. La nostra prestazione non è figlia delle concessioni perché Savadori correva e faceva sviluppo in gara invece di fare le sessioni di test".
Le concessioni sono uno strumento giusto per creare livellamento o doping tecnologico?
"Il sistema ci sta perché tutti possiamo avere l’opportunità di fruirne, ma è stato fatto un po’ troppo verso l’alto. In Formula 1 hanno il Budget Cap che è uno strumento potentissimo".
Nella ricostruzione di Bezzecchi dopo un 2024 difficile c’è anche una componente umana?
"Dopo l’iniziale e inevitabile fatica per ambientarsi, a Silverstone c’è stata la svolta. L’empatia è benzina per le prestazioni perché alla base c’è la fiducia: io ho fiducia che Marco possa lottare per il Mondiale e lui che l’Aprilia glielo possa permettere. Con Marco c’è un feeling naturale".
Che step manca a Bez per giocarsela sempre con Marquez?
"Detto che non ha timore reverenziale, per l’ultimo click vorrei vederlo con un compagno al 100% per non avere il focus della squadra interamente rivolto su di sé, ma lui è già pronto. Spero che Jorge torni al top, così da avere due piloti molto forti: l’obiettivo è rinnovare con entrambi e di fare del Bez la nostra bandiera".
Quanto è stato logorante il caso Martin fra infortunio e Honda?
"È stato molto preoccupante per il suo fisico: una persona normale con quello che gli è capitato non so se recupera in un anno, figuriamoci uno che corre in moto. Il resto, la Honda e il tema legale, sono conseguenze: capisco pure che in ospedale con un polmone forato, tu possa avere dei segnali che ti invitano a non continuare. Ora andrà guidato ad avere pazienza: prima deve puntare alla top-15, poi la top-10, poi i 5…".
Il raddoppio con il team Trackhouse vi ha aiutato: e se Aprilia passare al giallo VR46, con Valentino Rossi che torna all’ovile di Noale?
"Sarebbe solo una suggestione pensare alla VR46 di Valentino con Aprilia, ma la priorità è continuare con Trackhouse: ho un bel rapporto con Davide Brivio e sono felice di loro e Raul Fernandez".
Altra suggestione: dopo Bezzecchi le piacerebbe la sfida di ricostruire Bagnaia in Aprilia?
"Credo che Pecco abbia tutto per ricostruirsi da solo in Ducati: non deve dimostrare a nessuno la sua velocità, ma solo ritrovare un po’ di fiducia".
Quali pedine hanno portato l’Aprilia a questo livello?
"Qui c’è una prima linea fortissima: dal direttore tecnico Fabiano Sterlacchini, a Marco De Luca per la dinamica del veicolo, Stefano Romeo per l’elettronica, Elena De Cia per le strategie, Walter Scattolin a capo dei motoristi, Paolo Bonora per le attività in pista, ma pure Giuseppe Guarino per gli acquisti e Arsace Bertini per le finanze. C’è un’azienda che gira forte, con un mix di prospettiva anche per i tanti giovani che arrivano carichi dall’università».
Cosa si aspetta da Liberty Media?
"Che porti più interesse verso la MotoGP da partner commerciali di un livello superiore a quello attuale e che allarghi l’interesse fuori dal mondo classico della moto come è successo alla F.1, oggi seguita tanto dai ragazzini che prima non la consideravano".